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Se non ci dai la macchina ti ammazziamo - Roma 16/09/2004





“Un esperienza da non augurare a nessuno". Ecco in sintesi ciò che è capitato a Gabriele Paolini nel tardo pomeriggio di giovedì 16 settembre.
Erano quasi le 19.00, Paolini si trovava in zona Casal dè Pazzi, aveva un appuntamento di lavoro in via Benigni.
Prima dell’incontro ha però deciso di fermarsi in un bar vicino per una piccola pausa. Fuori dal locale è stato avvicinato da quattro giovani zingari sui 18 – 20 anni.
Paolini racconta così i fatti: “Dapprima i ragazzi mi hanno rivolto molte domande sulla mia attività pubblica. Poi dando a loro fiducia, forse troppa, mi sono avvicinato alla macchina per prendere il mio zaino. Nel frattempo, ho parlato, ai giovani, anche dei miei impegni lavorativi nel cinema hard, mostrando a loro anche delle fotografie di mie amiche pornostar.
Uno di loro ha anche parlato, tramite il mio cellulare, con una mia amica pornostar. Nel giro di pochi istanti un’altro mi ha chiesto soldi per un pacchetto di sigarette e glieli ho dati.
Neanche il tempo di accorgermene ed ero stato spinto a terra. In quel momento il più spavaldo mi ha gridato: “Se non ci dai la macchina ti ammazziamo”. La via era abbastanza isolata, piovigginava ed il bar era ormai distante almeno 400 metri.
In quel momento non passava nessuno. In preda al panico non ho fatto nulla e loro si sono impadroniti della mia vettura.
Ho poi chiesto aiuto ad un coppia che mi ha soccorso fino all’arrivo dei Carabinieri e di mio padre, Gaetano Paolini, proprietario della Nissan Micra rubatami.
In auto avevo lo zaino con i miei documenti, la fotocamera digitale nuova ed un piccolo televisore. Nella borsa c’erano anche alcuni tagliandi Snai, avevo infatti puntato sulla vittoria della Lazio per tre a zero nel primo turno di Coppa Uefa.
A questo proposito ringrazio l’Agenzia Scommesse di piazza Primoli 37. Portando una copia della denuncia mi hanno riconosciuto la vincita dimostrando grande professionalità.
Dopo due giorni i Carabinieri mi hanno avvisato del ritrovamento della macchina. A questo proposito il mio ringraziamento va all’Arma e al maresciallo Antonio Iodice della Caserma San Basilio.
Ringrazio anche i Militari della stazione di Tor Sapienza che hanno ritrovato l’auto nella loro zona.
“Nella brutta disavventura mi è dispiaciuto il fatto che l’auto non fosse mia e che non fosse assicurata contro il furto. Nonostante abbia denunciato i quattro giovani zingari voglio precisare che sono tra le poche persone che da anni cercano di non fare di tutta l’erba un fascio.
Desidero anzi ricordare i 500 mila zingari uccisi durante il periodo nazista. Avendo ritrovato l'auto anche se non posso perdonarli, senz’altro non mi accanirò sui quattro ragazzi nomadi.









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Pubblicato su: 2004-09-22 (4198 letture)

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