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Un'artista clandestina




Biancarita – Clicca per vedere l’immagine ingranditaRita Vitali Rosati, oltre ad insegnare in un liceo di Fabriano, è un’artista che cerca di fare dell’originalità la sua bandiera. In questo ritratto, cerchiamo di conoscere meglio la sua attività e il rapporto con Gabriele


GABRIELE PAOLINI CI PARLA DI RITA VITALI ROSATI
Ho conosciuto Rita alcuni anni fa ad un museo d’arte a Trevi, in provincia di Perugia. In quell’occasione, ero stato invitato da due giovani artisti, che avevano allestito una video performance in mio onore, e che mi presentarono Rita, accompagnata dalla figlia. La prima frase che disse mi colpì molto: “Sei un vero artista”. Molti sociologi e critici della televisione attualmente parlano delle mie azioni come di “installazioni artistiche”, sostenendo come la mia tavolozza sia la televisione e il pennello il mio corpo, ma devo dire che fu lei la prima a rivolgersi nei miei confronti con queste parole e a riconoscere queste mie qualità.
Da lì, è nata una grande amicizia, che è sfociata anche in un incontro pubblico alla scuola Edgardo Mannucci di Fabriano, dove Rita lavora. Passai una giornata molto bella con gli alunni e anche con i professori dell’istituto, alcuni dei quali all’inizio si erano mostrati molto scettici, ma che poi furono conquistati dalla mia energia.
Ritengo che le opere di Rita Vitali Rosati brillino per originalità, in un periodo in cui questa dote non sembra molto diffusa. Penso, per esempio, alle lettere e alle cartoline che manda, che hanno sembra qualcosa di particolare, realizzato da lei in prima persona.
Rita è una persona entusiasmante e di grande carisma e spero che questo spazio l’aiuti ad acquisire la visibilità che merita…

Gabriele Paolini

Clandestina – Clicca per vedere l’immagine ingrandita INTERVISTA A RITA VITALI ROSATI

Cosa ti proponi di fare con le tue opere?
Potrei dire che l’arte è la mia fantastica spina nel fianco o ancora meglio (come illustrato nella mia ultima opera) una clandestina fastidiosa; in realtà é il mio espediente di libertà, il mio biglietto pagato a caro prezzo per andarmene su un esotico mezzo di fortuna, verso un luogo senza dei né eroi; se poi qualche fortunato spettatore riesce a salire sul mio tappeto volante, meglio per lui.

Come vedi lo stato dell’arte moderna?
Se ti riferisci alla contemporaneità, alle cose che stupiscono e sconvolgono e indignano e fanno incazzare dico che va bene così, qualche volta mi viene voglia di giudicare ma poi mi viene in mente: chi è senza peccato scagli la prima pietra… ci penso un po’ su, rido amaramente e continuo a fare le mie cose senza lasciarmi troppo influenzare.

Quale pensi sia la tua qualità maggiore come artista e quale invece il tuo difetto principale?
Perché me lo chiedi? Io non riesco mica a guardarmi dall’alto come se fossi dotata di un terzo occhio o di una telecamera a circuito chiuso, autoriflessiva e cibernetica. Ogni tanto ci provo a giudicarmi, dopotutto un’artista è sempre la migliore spettatrice di se stessa, ma se ti rispondessi, sarebbe un’autobiografia, una specie di agiografia alla quale però sarebbe stata sottratta la santa.

La più amata dagli statali – Clicca per vedere l’immagine ingrandita Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente ispirato in passato e quelli che rispetti maggiormente ora?
Io vorrei essere sempre la migliore di tutte… Invidio tutti quelli che ce l’hanno fatta e quelli che non ce la fanno, li invidio perché trovo difficile invidiarmi da sola; l’ispirazione poi è una cosa strana e non si trova mai in un’opera o in un’artista ma in una molteplicità, in un puzzle di opere e d’artisti che vanno a comporre la mia individualità a forza di molteplicità, solo gli epigoni trovano il loro modello in opere di artisti specifici dunque solo loro potrebbero rispondere alla domanda.

Come hai conosciuto Gabriele?
… E chi ti dice che io l’abbia conosciuto davvero?

Cosa pensi di lui? Sei d'accordo con chi lo considera un artista sui generis?
Se oggi tutti possono essere artisti e tutto può essere arte, é facile essere artisti, certo non sui generis. Penso piuttosto a lui come a un comunicatore che vorrebbe mettere i bastoni tra le ruote alla comunicazione. In questo un po’ mi assomiglia, solo che lui utilizza se stesso come un moderno performer che inaspettato si insinua nel mondo mediatico contaminandolo, da virulento situazionista o da dadaista chissà?

Che consigli gli daresti per la sua attività?
Probabilmente gli piacerebbe sentirsi dire: “lascia perdere”, sarebbe contento di aver trovato un suo sodale, qualcuno che lo ripaghi con la sua stessa moneta, ma io non glielo dirò. Anzi mi piacerebbe che le sue provocazioni si moltiplicassero, come un antidoto, e non come un virus. Un buon antidoto da inoculare nell’organismo massmediatico così tanto malato di banalità, buonismo e idiozia.

Superrita – Clicca per vedere l’immagine ingrandita Infine, c'è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Ai lettori vorrei dire quello che ho già detto, poco di più. Mi piacerebbe che a parlare fossero le opere: le mie e quelle altrui. Gli atti e i gesti, anche quelli di rottura; le provocazioni, che sole possono scuotere dal torpore i drogati dalla televisione; mi piacerebbe combattere la loro inerzia a forza di arte e di forme e gesti.
Vorrei opporre alle parole vuote che generalmente ci scambiamo, parole ormai inutili e quasi senza scopo, garanti soltanto di contatti senza intensità, una mia appassionata, divertita, poco cinica, corrosiva risata. Per chi fosse interessato alle mie opere o semplicemente volesse darmi un parere, può scrivermi a r.vitalirosati@libero.it









A cura di Gon

Copyright © byIl sito ufficiale di Gabriele Paolini, il profeta del condomTutti i diritti riservati.

Pubblicato su: 2004-06-05 (11875 letture)

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